sabato 10 settembre 2016

[Recensione PS4] Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas



Recensire questo videogame senza citare Zelda, è praticamente impossibile. E dannazione, ho già sbagliato.


E' il prezzo da pagare quando si cercano ispirazioni importanti come questa: nascono naturali paragoni, confronti quasi sempre spietati, frasi fatte del tipo "Eh, ma l'originale era meglio".

A volte però succede il "miracolo", e il "clone" si rivela quasi meglio della fonte di ispirazione. Il caso più eclatante e recente in questo senso forse è dato da Minecraft: non molti sanno che il  popolarissimo prodotto di Mojang prende grandissimi spunti da un gioco chiamato Infiniminer ma i due, per quanto simili, non possono sicuramente paragonarsi dal punto di vista mediatico

Quello che sto cercando di dire, è che non c'è nulla di male a copiare. Basta farlo bene, basta prendere gli spunti vincenti e metterci del proprio. E Oceanhorn, gioco protagonista di questa umile recensione, è senza dubbio un "clone" di Zelda e in particolar modo dell'episodio The Wind Waker, dal quale  prende più di un'idea, con tutti gli inevitabili pregi e i difetti. Ma avrà saputo prendere gli elementi giusti e realizzare un buon gioco, cosa più importante di tutte? Sarà riuscito a "copiare bene"? Vediamolo:



Silenzio in sala



L'introduzione è da brividi:  veder  far capolino nei titoli di apertura un nome come Nobuo Uematsu non può che emozionare, e sentire le sue composizioni incanta sempre, a prescindere dal videogame. Siamo coinvolti in una storia padre/figlio, con il primo impegnato in una missione pericolosa e il secondo che proverà evidentemente a rintracciarlo. Il nostro eroe, il figlio, dovrà visitare numerose isole e per farlo si servirà di una barca, un elemento che fa parte del gameplay aldilà delle ovvie fasi di interazioni con i vari ambienti di gioco e con quelle di combattimento.

Ma nonostante qualche indizio iniziale, il nostro eroe dovrà scoprire da solo cosa bisogna fare, e da solo dovrà anche trovare indizi sulle varie isole e risolvere gli inevitabili problemi che si presenteranno man mano. Il tutto riesce a fornire al videogiocatore un senso di esplorazione davvero importante, un fattore che potrebbe scoraggiare qualcuno ma che farà senz'altro piacere soprattutto ai giocatori "vecchia scuola", abituati a RPG "con le palle". 



Ciuf ciuf, all'arrembaggio!


Oceanhorn propone sostanzialmente due fasi gameplay ben distinte: una di esplorazione/combattimento e una di navigazione in mare, che sarà necessario affrontare nel momento in cui decidiamo di spostarci da un'isola all'altra. L'esplorazione avviene con una visuale isometrica solo leggermente modificabile dall'utente, mentre quella di navigazione avviene si in un "3D pieno" ma non ci permette di poter girovagare a nostro piacimento negli splendidi mari azzurri inseriti nel mondo di gioco: i percorsi sono sempre stabiliti e andremo avanti seguendo dei binari, avremo solo la possibilità di poterci girare con la telecamera per eliminare mostri, barili o altri oggetti, per farci strada e per guadagnare utili monete. Sono delle sezioni gameplay non esaltanti a mio modo di vedere e che stonano con l'impostazione generale data al videogame. Strano che non si sia pensato di dare la possibilità di poter liberamente esplorare come succede sulla terraferma. 

Le fasi esplorative e di combattimento sono invece di tutt'altra pasta, soprattutto quando abbiamo a che fare con i vari e interessanti enigmi che troveremo con un buon ritmo nel corso della partita. Occorre un po di senso dell'orientamento e c'è il rischio di girovagare a vuoto, questo è vero, ma con un po di pazienza e soprattutto con la mappa di gioco, il compito di perlustrazione diventa anche piacevole.

I combattimenti avvengono in tempo reale, con i nemici ben marcati di rosso sulla suddetta mappa. Qui Oceanhorn si trasforma in un "action game", e l'esito positivo degli scontri dipenderà solo dalla nostra abilità manuale e a saper usare al momento giusto le parate, le bombe e gli attacchi di spada. Tutto molto semplice, forse troppo: da una parte questo fatto aiuta a rendere il gioco più facilmente utilizzabile (non più facile, attenzione), dall'altra però chi cerca combo complesse, mille azioni spettacolari e 700 magie diverse, non potrà che rimanere deluso.



Mi piace se ti muovi



Graficamente, lo vedete, Oceanhorn è carino e colorato. Il gioco soffre le sue origini Mobile e questo lo si nota anche in alcuni piccoli aspetti di contorno, come per esempio le ricompense che il gioco ci propone quando portiamo a termine determinati obiettivi. Non è un gioco "da PS4" e non vi farà rimanere a bocca aperta, questo è evidente, ma riesce a dare sensazioni positive anche grazie ad un buon frame rate.  Le isole e i relativi dungeon sono discretamente vari e identificabili a prima vista, come è giusto e doveroso che sia. Quello che non si riesce a digerire, dal punto di vista tecnico, sono le animazioni. 

Il comparto audio poi è eccellente, soprattutto per quanto riguarda la colonna sonora. Ma con le premesse fatte in apertura, era difficile rimanere delusi da questo punto di vista.



La musica non basta 



Oceanhorn è godibile e si lascia giocare, ma ha due problemi: il primo è l'inevitabile accostamento a Zelda: non si è ripetuto il "Miracolo Minecraft" descritto su, e quindi il gioco non è neanche lontanamente paragonabile qualitativamente alla saga Nintendo. In secondo luogo, c'è un serio rischio che il giocatore si annoi nel corso della partita per colpa di poca varietà nel combat system, per le fasi navali e per una trama che ha davvero pochi spunti.

Chi riuscirà a "resistere" a questo, si troverà di fronte ad un videogame lungo circa 15 ore, e per un gioco del genere non è male. Ma ce la farete a "finirlo in tempo" ?



Cosa piace:
  • Visivamente carino
  • Ottima colonna sonora
  • Buon senso di esplorazione
  • Gameplay semplice...



Cosa non piace:
  • ...forse anche TROPPO semplice
  • Sezioni navali piuttosto noiose.
  • Trama senza mordente
  • A volte si ha la sensazione di non sapere cosa fare e dove andare